Impianto elettrico a norma: come fare

Rachele | 24 Agosto 2016

Nelle nostre abitazioni, tutto funziona grazie all’energia elettrica. Essa è la linfa vitale di tutti i congegni che semplificano la nostra vita. Dai sistemi di illuminazione agli elettrodomestici, la presenza di energia elettrica è prerogativa essenziale per garantire la vivibilità. Ma come possiamo avere certezza che il nostro impianto elettrico sia a norma di legge? A cosa dobbiamo far attenzione quando ne installiamo uno nuovo?

Normativa e certificazioni

L’attività di installazione degli impianti elettrici all’interno degli edifici è normata dal Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico N.37 del 22 Gennaio 2008, che abroga la precedente Legge n.46 del 5 marzo 1990. Tale regolamento prevede che, a seguito dell’installazione dell’impianto, il realizzatore ne dichiari la conformità tramite un apposito documento. In esso vengono descritte le modalità di realizzazione, i materiali utilizzati e le norme tecniche di riferimento. La dichiarazione di conformità rilasciata dal realizzatore, comunemente conosciuta come DICO, è indispensabile nel caso in cui sia necessario allacciare nuove utenze o ottenere il certificato di agibilità; essa attesta che l’impianto è stato realizzato a regola d’arte.

Dichiarazione di conformità

Dichiarazione di conformità.

Cosa s’intende per regola d’arte?

Sempre il Decreto n.37/2008 stabilisce che sono intesi come eseguiti a regola d’arte i lavori che seguono i riferimenti normativi forniti dal CEI (Centro Elettrotecnico Italiano), organismo di normazione italiano in campo elettrotecnico, elettronico e delle telecomunicazioni. La normativa CEI a cui far riferimento è la 64-8 (VII edizione), diventata obbligatoria dal 1° Novembre 2012. La sezione 37 di tale norma (precedente contenuta nell’allegato A della variante V3 della norma stessa) contiene prescrizioni riguardanti gli impianti elettrici in ambienti residenziali. Sono queste quelle da seguire per non realizzare impianti fuori norma che potrebbero anche mettere a rischio la nostra salute.

Impianto elettrico a livelli

In particolare, nel capitolo 37 della sopracitata norma vengono introdotti tre livelli prestazionali dell’impianto domestico, che il committente può scegliere secondo le proprie esigenze.

LIVELLO 1: si tratta del livello minimo che rende un impianto a norma. Prevede l’installazione di un numero minimo di punti luce e punti prese in rapporto alla metratura e della tipologia di locali dell’abitazione e la presenza di almeno due interruttori differenziali per garantire la continuità del servizio.

LIVELLO 2 : è il livello standard che consente di ottenere maggiori comfort rispetto al livello 1. Prevede un numero maggiore di punti prese e punti luce e l’installazione di dispositivi di protezione per la casa, come il videocitofono e i sistemi anti-intrusione.

LIVELLO 3: è un impianto elettrico domotico, il livello di prestazione più alto che si possa ottenere da un impianto elettrico. Prevede un numero di punti prese e punti luce più alto dei livelli precedenti in rapporto all’ampiezza dei locali e sfrutta le funzioni domotiche per il risparmio energetico. Con un impianto di questo tipo è possibile gestire funzioni domotiche come rilevazioni anti-incendio, sistemi di diffusione sonora, timer illuminazione e molto altro. Si ha inoltre la possibilità di controllare tali funzioni anche in remoto, attraverso il proprio cellulare o PC.

Requisiti minimi di un impianto elettrico a norma

Per essere considerato a norma, un impianto elettrico deve soddisfare alcuni obblighi:

-deve essere progettato ed installato da un impiantista qualificato, iscritto all’albo ad abilitato al rilascio del certificato di conformità;

-necessita di dispositivi di protezione da fenomeni di sovracorrenti;

-è obbligatoria la presenza di interruttori con funzioni di emergenza;

-nel quadro elettrico devono essere presenti un interruttore generale ed almeno due differenziali (salvavita);

-il centralino deve essere dotato di morsettiera di terra per collegare il centralino al conduttore di protezione;

-l’impianto deve avere un dimensionamento minimo di 3 kW in unità abitative fino a 75 m² e 6 kW per superfici maggiori;

-i cavi devono essere sfilabili;

-tutti i cavi, le prese e gli interruttori devono essere dotati di una protezione;

-devono essere presenti almeno due linee;

-presenza del 15% in più di moduli liberi di riserva rispetto ai moduli installati;

-per i punti presa di cucina e bagno, prevedere almeno una presa tedesca(Schuko);

-i punti presa devono essere installati ad una distanza dal pavimento di almeno 30 cm; 110 cm se installate nel locale bagno.

Progettare e realizzare un impianto elettrico

La progettazione di un impianto elettrico è un operazione complessa, che vi suggeriamo di far eseguire a personale esperto. In questa fase infatti, è necessario predisporre il numero di circuiti dell’impianto e scegliere i cavi idonei per sezione e portata all’apparecchio che alimenteranno. Non bisogna inoltre trascurare il sistema di messa a terra, che disperderà l’eventuale corrente in eccesso generata da possibili malfunzionamenti, proteggendo la nostra incolumità.

Ecco i passaggi fondamentali nella realizzazione di un impianto elettrico:

-fase di progettazione, in cui l’impianto va letteralmente disegnato tenendo conto dei parametri corretti per servire l’abitazione;

-tracciatura, che consiste essenzialmente nel riportare sulle mura domestiche i punti in cui inserire prese, punti luci e scatole di derivazione;

-scanalatura, che è la preparazione degli alloggiamenti che andranno ad accogliere i cavi nel caso in cui l’impianto venisse realizzato sotto traccia. Si tratta dunque di lavori di muratura. È possibile in alternativa realizzare un impianto elettrico esterno, con delle apposite canaline fissate al muro per nascondere i cavi;

-posizionamento di cassette e scaltole;

-posizionamento tubi all’interno delle scanalature;

-chiusura delle scanalature;

-passaggio dei fili conduttori:

-collegamento ad interruttori, prese o altri apparecchi.

 

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